Federica, 31 anni, è la nuova volontaria che da un paio di mesi presta il suo tempo e il suo impegno presso la struttura di accoglienza mamma-bambino La Casa del Glicine, gestita dalla cooperativa Eortè. Si tratta di un appartamento ad alta autonomia, dove vengono accolte, su richiesta dei Servizi Sociali, mamme e donne che si trovano in una situazione di difficoltà (abitativa, familiare, educativa, etc.) e per cui è previsto un progetto di accompagnamento verso l’autonomia.
La presenza di un’educatrice professionale per qualche ora al giorno ha lo scopo di sostenere ed accompagnare la donna e monitorare l’andamento del progetto. Ora, accanto alla nostra educatrice, c'è anche Federica, che ci aiuta e ci sostiene in questo progetto.
Le abbiamo chiesto di raccontarci le sue motivazioni dietro a questa scelta così generosa...
"Dopo un periodo di inattività dovuto a problematiche personali, ho deciso di rimettermi in gioco. Sono una ragazza di 31 anni, ho lavorato per circa sei anni come docente di lingue straniere nonostante i miei studi mi avessero preparata per altro genere di mestieri. Ho dovuto interrompere la mia professione per motivi di salute ma ora, essendo i miei problemi in via di risoluzione, ho deciso di ripartire. E di farlo con il volontariato.
Dopo un colloquio alla Casa del Volontariato durante il quale mi sono state illustrate le associazioni attive sul territorio di Carpi, ho immediatamente optato per la Casa del Glicine. In passato ho già operato come volontaria presso altre associazioni (USAHC, AVO, Porta Aperta) ed ero alla ricerca di una nuova esperienza umana. Mi sono sempre orientata su ambienti che mettessero i volontari a contatto con realtà diverse dalla propria, convinta che la diversità non sia un difetto ma piuttosto una ricchezza.
Questo è esattamente ciò che sto trovando alla Casa del Glicine: storie di vita varie che meritano di essere ascoltate e comprese, senza giudicare. Uno scambio umano con giovani donne che vivono al meglio delle proprie possibilità la maternità, affrontando le difficoltà con un sorriso. Proprio quel sorriso che io, da volontaria, cerco di portare ogni volta che varco la soglia di quella casa.
Talvolta mi intrattengo con le madri per ascoltare ciò che loro hanno piacere di condividere - portando anche un po' del mio vissuto, perché ritengo giusto fare conoscere loro la persona che frequenta la casa in cui vivono. Alte volte passo il tempo a giocare con i bambini, veri concentrati di gioia.
Considero questo progetto di accoglienza mamma-bambino una felice e utile realtà che può davvero contribuire al miglioramento di situazioni difficili."
Grazie Federica, non solo per le tue parole ma anche per il tuo lavoro!
