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Per una realtà come Soliera, incastonata in un preciso tessuto storico e geografico - quello emiliano, della provincia di Modena - la cooperazione sociale rappresenta un elemento imprescindibile, costitutivo della propria identità. A suo modo, con soli dieci anni di vita, Eortè è già diventata un cospicuo elemento identitario.

È una realtà che fin dalla nascita ha manifestato solidità, energia e capacità progettuale, ottenendo di accrescere di molto il valore sociale e ambientale, oltre che economico, del nostro territorio.

In questi primi dieci anni la sinergia che si è accesa tra Eortè e l’amministrazione comunale ha prodotto molti frutti, ognuno dei quali merita un’attenzione specifica: in linea generale questa collaborazione ha portato a un irrobustimento dei servizi alla persona, arrivando a coprire una fascia amplissima di popolazione, dai neonati (lo Spazio Mamme e il Centro Bambini e Famiglie “In erba”) agli anziani, passando per le famiglie e le persone in difficoltà economica. Ha contribuito in modo rilevante a mantenere vivo il tessuto sociale e a coltivare un senso di solidarietà fra i cittadini, nel segno dell’integrazione e delle relazioni positive (penso alle Reti di famiglie accoglienti).

Ha promosso occasioni di riflessione sugli stili di vita, sulla sostenibilità ambientale. Ha incoraggiato l'attivazione di reti di solidarietà tra esercizi commerciali, attività industriali e agricole, laboratori artigianali, associazioni e singoli cittadini.

Il fiore all’occhiello della nostra collaborazione con Eortè è il social market “Il pane e le rose”. Lo inaugurammo all’inizio del 2014. A colpire fu, fin da subito, il numero dei volontari: una squadra colorata di rosso che sprigionava entusiasmo e un bello e positivo spirito di servizio alla comunità. Noi ci credemmo moltissimo, già nella fase progettuale.

È strano scriverne oggi, con il mondo – e Soliera dentro esso – alle prese con una pandemia dagli effetti incalcolabili, ma non dimentichiamo che, nel 2014, era il terremoto del 2012 a farsi ancora sentire come un forte shock.

Il progetto del social market - credo sia bene ricordarlo - presentava due caratteristiche peculiari e innovative che lo distinguevano rispetto agli altri social market già presenti in Italia. Anzitutto si trattava del primo market solidale in un comune non capoluogo di provincia. In più “Il pane e le rose” era il primo social market che vedeva direttamente il Comune come ente promotore.

I concetti guida che segnarono l’avvio del progetto sono rimasti intatti e attuali: quelli dell'antispreco, della redistribuzione solidale, dell'educazione a stili di vita e di consumo sostenibili e della promozione di un più marcato senso di comunità.

Oltre a Eortè, a garantire la gestione operativa del progetto e del coordinamento delle associazioni e dei volontari coinvolti, chiedemmo alla Croce Blu di utilizzare come magazzino la metà di un capannone in via Serrasina 93. I lavori di ristrutturazione vennero realizzati senza costi a carico del social market, grazie al contributo economico di Auser, alla supervisione gratuita dell'architetto Cristiano Rinaldi e agli allestimenti del negozio forniti da Coop Estense.

Nel giro di poco tempo, grazie alla creazione di un circuito virtuoso, ecologico e solidale, e alla re-distribuzione di merce invenduta, “Il pane e le rose” è andato a pieno regime, tanto da arrivare a vincere il “Premio Natura” 2015, riconoscimento nazionale per progetti etici ed ecosostenibili, che vide Jacopo Fo entusiasta sostenitore del sistema dei ‘solierini’, i buoni che sostituiscono il denaro all’interno del market. Due anni dopo, nella primavera del 2016, oltre a tutta la gamma dei prodotti già previsti (alimentari, per l’igiene personale e la pulizia della casa, le esigenze scolastiche e, in misura minore, l’abbigliamento), il social market allestì anche una rete di servizi utili a favore delle famiglie in difficoltà economica. Il coinvolgimento diretto e l’adesione al progetto di svariati esercizi commerciali del territorio fecero del social market solierese un caso unico sulla scena nazionale.

Il racconto delle fasi che ha attraversato "Il pane e le rose" potrebbe continuare, ma forse è bene fermarsi qui, anche per mantenere l’attenzione sull’insieme delle attività di Eortè.

E tuttavia, a prescindere dal numero di azioni messe in campo, nel porgere i migliori auguri per questo primo decennale, vorrei spendere le ultime righe per rimarcare una qualità che rende Eortè preziosa: il saper vivere nel presente, il sapersi adattare alle esigenze della società, guardando a chi davvero è in difficoltà e facendosi venire idee per interpretare i bisogni, che mutano col tempo.

Buon compleanno!

Roberto Solomita
Sindaco di Soliera

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