Da diversi anni la Cooperativa Sociale Eortè, in collaborazione con il Gruppo Ceis di Modena e l'Azienda Agricola Biologica “Sant'Antonio Abate” di Soliera, ha avviato un progetto di agricoltura sociale nel territorio delle Terre d’Argine, che offre nuove possibilità lavorative pensate soprattutto per i giovani.
Il progetto punta a dare una possibilità di inserimento sociale e lavorativo alle fasce più deboli della popolazione, generando così percorsi inclusivi, terapeutici e di cura.
L’iniziativa, sfruttando le potenzialità dell’agricoltura, punta soprattutto al contrasto della dispersione scolastica e alla formazione delle future generazioni verso stili di vita attenti alla persona e all’ambiente.
Ecco le testimonianze di due dei ragazzi coinvolti nel progetto.
“Ho iniziato a lavorare nell'azienda agricola S. Antonio Abate di Davide Casarini durante il periodo del lockdown”, dice Rita Facchini, “le mie attività sono diverse: dal piantare le piantine, a raccoglierne i frutti. Ho la grandissima fortuna di lavorare anche con le api e gli asini. Con Davide sto imparando davvero moltissimo.
È come essere tornati a scuola: quando una materia ti piace ed il professore è bravo, ti viene naturale essere molto curiosa e voler imparare sempre di più. Mi sono appassionata davvero molto a questo lavoro, e ogni giorno imparo qualcosa di nuovo. Ad esempio su come gestire gli asini, quali sono i loro comportamenti, come devo portarli in giro, o su come si lavora il miele. Quest’estate ho lavorato all' interno del laboratorio di produzione del miele e ho appreso molte cose sulle tecniche di lavoro di questo prodotto.
Grazie al lavoro nei mercati in cui vengono venduti i prodotti dell’azienda ho imparato molte cose anche sul lavoro di vendita.
La formazione è continua in questo lavoro. Posso solo ringraziare Davide per questa opportunità e per le sue capacità di insegnate, e anche la Cooperativa Eortè per avermi permesso di fare un lavoro che mi piace davvero molto.”
È dello stesso parere anche Andrea Bertesi, uno degli altri ragazzi coinvolti nel progetto.
“Al momento lavoro nell’azienda S. Antonio Abate, dove svolgo varie attività, ogni giorni differenti, tra cui piantare alberi, raccogliere verdura, potare le piante e curare gli animali. La cosa che accomuna tutti questi piccoli compiti è farlo all’aperto e nel rispetto dei tempi naturali delle piante e della terra, che è la parte che preferisco.
Confrontarmi con una realtà diversa dalla mia normale vita di tutti giorni, seppur fatta di attività a tratti faticose, è estremamente appagante”.
Nuove opportunità lavorative, inclusione sociale, attenzione ai giovani e all’ambiente e rilancio dell’agricoltura. Il progetto di Agricoltura Sociale è questo e molto altro ancora. Perché il mercato e le attività produttive possono anche assumere colori, valori e metodologie di lavoro diverse da quelle a cui siamo abituati a pensare.