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Qualche settimana fa l'associazione Terra ha pubblicato il nuovo rapporto "Siamo alla Frutta", in cui mostra i numeri (tristi) dello spreco alimentare legato alla produzione di frutta e verdura in Italia e nel mondo.

Secondo il rapporto, "in Italia nell’ultimo anno il valore della produzione ortofrutticola è stato pari a 11,4 miliardi di euro, il 23,2 per cento del totale della ricchezza generata dall’intero settore primario. Quasi la metà grazie alla produzione di frutta. Dietro questi numeri si nascondono però le fatiche del mondo produttivo e le criticità che, anno dopo anno, stanno mettendo a rischio l’intera produzione agricola."

Il documento denuncia infatti la tendenza dei supermercati a preferire frutta e verdura esteticamente perfetti, penalizzando la categoria dei piccoli agricoltori che - sempre di più- si trovano prodotti eccellenti, ma scartati perché non conformi a degli assurdi standard di perfezione. 
 
Sarai bello te 1

Una delle foto di Eortè per la campagna "Sarai bello te", di Terra. 

Vogliamo solo i belli...

Quando andiamo a comprare la frutta, sullo scaffale del supermercato troveremo quasi sempre un prodotto all’apparenza perfetto: una cassetta di mele identiche le une alle altre, una vaschetta di kiwi delle stesse dimensioni, arance il cui diametro non può essere inferiore ai 53 mm. Quella che acquistiamo non è quindi semplice frutta, ma un prodotto che è stato selezionato geneticamente, coltivato, raccolto, passato al vaglio delle macchine calibratrici e, infne, diventato prodotto “Extra” o di “categoria I”. La categoria considerata inferiore (“categoria II”) diffcilmente trova spazio nei mercati tradizionali e viene venduta in mercati considerati più poveri come i paesi dell’Est Europa o fnisce alle industrie di trasformazione per farne succhi di frutta, dove però viene pagata una cifra irrisoria.

Sempre più spesso diventa scarto.

Di chi è la colpa?

 Stando alla quasi totalità delle risposte ricevute dalla Grande distribuzione organizzata (GDO), “il consumatore non comprerebbe mai” un prodotto esteticamente imperfetto (di calibro piccolo, con ammaccature da grandine, ecc.), anche se ottimo dal punto di vista organolettico. È davvero il consumatore a non volere un prodotto “brutto ma buono” o è piuttosto responsabilità del mercato ad aver indotto i consumatori a fare del giudizio estetico una delle principali leve per l’acquisto?

Quanto è sostenibile questo modello? E, soprattutto, quanto è compatibile con l’attuale crisi climatica?

L’agricoltura infatti è il settore che, pur avendo una grande responsabilità in termini di emissioni di gas climalteranti, è allo stesso tempo quello che ne subisce i danni maggiori: l’aumento degli eventi climatici estremi impatta sulla produzione, le temperature crescenti fanno oscillare le rese e le siccità prolungate colpiscono le risorse idriche. Intanto la successione meno armonica delle stagioni, insieme al pesante utilizzo della chimica, sta facendo strage di api e altri impollinatori, mentre aumentano le popolazioni di parassiti che provocano danni alle piantagioni.

Facciamo qualcosa?

Anche Eortè, grazie al suo impegno nel campo dell'Agricoltura Sociale (insieme al Gruppo Ceis e all'Azienda Agricola Sant'Antonio Abate), si impegna per proporre alternative a questo modello non più sostenibile. All'interno di questi sforzi abbiamo deciso di aderire anche alla campagna di Terra per richiedere a Istituzioni e GDO un intervento urgente per modificare meccanismi normativi e pratiche della grande distribuzione che favoriscono i parametri di "perfezione" a discapito di qualità e sostenibilità.

✍️ Basta firmare l'appello cliccando qui: https://www.associazioneterra.it/lettera-al-ministro.../
 📸 E per diffondere l'appello basta scattare una foto con frutta imperfetta o di forme strane da pubblicare a supporto della campagna social #SeiBelloTe e taggando la pagina di Terra.
Anche Eortè ha realizzato alcune immagini, come quella qui sopra, che mostrano prodotti agricoli "brutti ma buoni", perfettamente commestibili, che non meritano di essere sprecati.
 

Per vedere tutte le foto realizzate da Eortè per questa campagna visita la nostra pagina Instagram

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Si può fare ancora di più... si può fare un'acquisto consapevole!

Un'altro pezzo importante del nostro lavoro di sensibilizzazione verso un consumo consapevole è quello della commercializzazione dei prodotti dell'Agricoltura Sociale, attraverso l'app ORTO CONDIVISO (disponibile gratuitamente per iOS e Android). Uno strumento mediante cui vendiamo prodotti biologici, attenti al territorio, coltivati in maniera responsabile, e che vengono pagati equamente al fornitore.

Solo prodotti di stagione, buoni, sani e di altissima qualità.

 

Se anche tu vuoi fare qualcosa per la lotta allo spreco alimentare parti dal tuo frigo:

scarica la nostra app e dai il tuo contributo alla diffusione del consumo consapevole!

 

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C.F. 03334860362 - P.Iva 03334860362

 

Sede operativa: Via Monterotondo, 16 - Carpi

Tel. 3517811125 - eorte@eorte.it

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