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Le api sono considerate un preciso indicatore dello stato di salute dell’ambiente, fra i primi organismi a risentire dei cambiamenti climatici, come testimoniano le morie di api a cui stiamo assistendo in questi ultimi anni. Cosa sta accadendo loro in questo periodo? Davide Casarini, apicoltore e proprietario dell'Azienda Agricola Biologica S. Antonio Abate ci aiuta a capire meglio questo fenomeno...

 

Davide Casarini

 

"È noto come, all’interno di un ambiente compromesso, le api fatichino a sopravvivere. I cambiamenti climatici, l'inquinamento, l'uso non appropriato di antiparassitari in agricoltura e la mancanza di biodiversità mettono a rischio la capacità delle api di svolgere con successo il proprio ciclo biologico. È altrettanto nota l’importanza delle api, e in generale degli insetti impollinatori, nel ciclo vitale. Se questi vengono a mancare, l’impollinazione diventa meno efficiente e, conseguentemente la filiera produttiva in campo agricolo!"

 

- Un rapporto bidirezionale, che al momento è in pericolo... iI 2021 è stato un anno problematico per chi ha fatto apicoltura... quali sono state le maggiori criticità?

 

"Tra gli eventi che nel corso del 2020 hanno maggiormente inciso sicuramente rientrano i  ripetuti ritorni di freddo di Aprile, che hanno ridotto l’attività delle api e la presenza di nettare nelle fioriture spontanee. Poi a Maggio l’elevata piovosità, con temperature al di sotto della media, hanno impedito alle api di “bottinare” (raccogliere il nettare). Per alimentarsi hanno così consumato le scorte di miele interne alle arnie. La siccità diffusa per tutto il resto della stagione ha poi contribuito ad una ulteriore scarsità di nettare e polline. Questo ha comportato una drastica riduzione della produzione di miele, e ha rallentato la capacità delle ‘api regine’ di deporre uova. La popolazione di api si è così ridotta. In inverno poi, come ho appreso leggendo alcuni articoli specializzati, c'è stata la  “febbre sciamatoria. Si tratta di un evento naturale in primavera, a maggio intatti le api sciamano naturalmente. La vecchia ape regina, assieme ad una parte delle api operaie, lascia il posto ad una nuova ape regina. È in questa fase che l’apicoltore cerca di recuperare lo sciame che ha abbandonato l’arnia. Tramite questo ciclo si riesce ad aumentare il numero di famiglie di api che possono divenire produttive. Lo stress derivante da fasi climatiche avverse invece amplifica la sciamatura in altri periodi dell'annoQuesto fenomeno purtroppo, proprio perché avviene in condizioni ambientali avverse, riduce la capacità degli alveari di ricostituirsi e di dare vita a famiglie forti e produttive. Con conseguenze sullo stato di salute delle api nei periodi successivi".

 

Arnie

 

- Come incide tutto questo sulla produzione di miele?

 

"La nostra produzione di miele è stata inferiore di circa il 50% rispetto ad una annata media; le famiglie di api si sono ridotte di una ventina di unità.  Ne deriva che nel corso di quest’anno la cura e l’attenzione che dovrò dedicare all’apicoltura sarà decisamente maggiore. L’apicoltura è molto appassionante ma altrettanto complessa: richiede molto tempo e cura.

Sarebbe importante, per cercare di tutelare le api, che tutti ci impegnassimo a favorire la biodiversità: piantare alberi nei giardini, curare piante da fiore o seminare fiori ed erbe officinali, sono già azioni concrete che aiutano le api a trovare un ambiente meno ostile. È anche importante utilizzare prodotti naturali per la lotta ai comuni parassiti che infestano i nostri orti e giardini.  

Come azienda poi, da alcuni anni, proponiamo il progetto “Addotta un’arnia”Il progetto preve che le persone possano appunto scegliere un'arnia e adottarla. Con questi piccoli anticipi di capitale, l’apicoltore può sostenere con maggiore facilità le spese necessarie all’avvio della stagione produttiva (manutenzione delle arnie, acquisto di nuove famiglie di api), e lavorare al meglio per garantire il benessere delle api. Entro la stagione la somma investita viene poi commutata in equivalenti confezioni di miele... Un investimento che alla fine porta un dolce risultato!"

adotta arnia

 

Con il progetto ADOTTA UN’ARNIA, quindi si aiuta

- l’azienda agricola ad avere un po’ di liquidità a inizio anno per affrontare la nuova stagione apistica;

- si sostiene un certo tipo di apicoltura che si può classificare come amica della biodiversità;

- si favorisce nel complesso una piccola realtà di apicoltura biologica e sociale che cerca di salvaguardare il territorio in cui viviamo.

In particolare viene favorita l’adozione di un tipo di arnie (dette topo bar) che sono un po’ più costose ma che permettono un’apicoltura ancora più naturale (ossia attenta al benessere delle api) e più svincolata dalla necessità di accantonare ogni anno un cospicuo capitale di anticipazione, in quanto richiedono un minor corredo di attrezzatura.

Per maggiori informazioni su come aderire al progetto: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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