Presso la Casa del Glicine, per la prima settimana di dicembre, è previsto l’ingresso di una nuova mamma e, come sempre, questo momento riscalda gli animi. Un nuovo percorso inizia e ancora una volta per tendere la mano ad una donna che ha avuto il coraggio di compiere il primo passo per la costruzione di una nuova vita, in autonomia, lontana da situazioni di violenza domestica. 

Le mamme accolte all’interno della Casa del Glicine necessitano di supporto per imparare ad essere autonome, riuscendo pian piano ad inserirsi nei meccanismi sociali. L’obiettivoprimario infatti è far sviluppare le varie autonomie, accompagnando le mamme anche nella riflessione critica degli eventi che accadono; la presa in considerazione del loro punto di vista, la libertà che loro hanno nel fare delle scelte. Le educatrici affiancano così le mamme accolte, costruendo piani di lavoro in diversi ambiti.

In maniera specifica, gli ultimi mesi hanno visto le educatrici Elena e Sonia concentrate nel lavorare sulla tematica “finanziaria” insieme alle mamme, costruendo un percorso di consapevolezza sulla gestione delle proprie entrate al fine di ottimizzare le spese necessarie al funzionamento domestico che dovranno gestire una volta uscite dalla Casa.

Il sostegno e il coordinamento delle educatrici verte anche sul responsabilizzare le mamme riguardo al ruolo genitoriale e la vita scolastica dei loro figli. L’intervento sui minori è così filtrato dal lavoro sulle mamme che devono apprendere come supportare i propri bambini nel percorso scolastico, svolgendo con loro i compiti, interessandosi all’agenda scolastica, alle riunioni. 

Elena Tsoutsis, psicologa ed educatrice professionale, racconta che con una mamma ha concluso una bellissima attività fotografica che è servita ad elaborare ed accettare il senso di forte nostalgia per la terra d’origine di quest’ultima. 

La donna ha selezionato autonomamente delle foto che rappresentavano la sua città, in Marocco, e insieme all’educatrice sono stati creati due album con le foto stampate. Uno destinato alla mamma e alla sua bambina e il secondo per i genitori di lei che vivono in Marocco. Durante le ore dedicate a questo lavoro, la donna e l’educatrice hanno parlato a lungo trovando spazio per ricordare e parlare degli affetti della donna, della sua città, di come era la sua vita prima di venire in Italia; attivando così un lavoro sui ricordi e sulla rielaborazione del passato.