Roberto Zanoli, direttore di Eortè, racconta la nuova esperienza del Tavolo di Coordinamento contrasto alla povertà, in cui la cooperativa è impegnata come ente gestore del Social Market Il Pane e le Rose di Soliera.
Ha preso forma a Soliera il Tavolo di Coordinamento contrasto alla povertà a cui partecipano la Cooperativa Eortè, una rappresentanza dei volontari del Social Market “Il Pane e le Rose”, l’Arci, la Parrocchia e la Caritas di Soliera e Limidi, l’Associazione Venite alla Festa con il progetto “Reti di famiglie Accoglienti”, il Centro Servizi per il Volontariato e i Servizi Sociali.
Una pluralità di soggetti promotori, che hanno da subito dimostrato impegno e dedizione nel progetto, partecipando sempre tutti alle prime cinque occasioni d’incontro fin qui realizzate.
Sottolineo con piacere inoltre che il Servizio Sociale ha dato prova di credere “fino in fondo” a questo progetto, presentandosi sempre con Assessore, Dirigente, Assistenti Sociali ed educatore.
Non è così scontato ritrovarsi insieme per condividere pensieri, idee e progettualità di ogni singola realtà coinvolta, mettendosi all’ascolto delle diverse opinioni e dei suggerimenti che emergono dal confronto. Ritengo sia stata una scelta azzeccata formalizzare la costituzione di un “Tavolo di lavoro e confronto”, perché non è più possibile occuparsi singolarmente e a compartimenti stagni dei percorsi di sostegno alla fragilità.
Chiesa, Terzo Settore e Pubblica Amministrazione devono avere una visione innovativa e inclusiva.
Si deve lavorare/cooperare insieme, mantenendo i propri ruoli e le proprie specificità, cercando di offrire risposte tecniche e suggerimenti “politici” provenienti da un reciproco confronto.
Questa idea del “Tavolo” vuole anche sollecitare l’intera cittadinanza al fatto che i problemi di fragilità personale o familiare hanno una valenza comunitaria e non individuale.
Questo vale sia per chi si trova in situazioni di difficoltà che per coloro che cercano di dare il proprio aiuto. In entrambi i casi il problema va gestito a livello comunitario. L’attenzione di ognuno di noi negli ambiti in cui viviamo, lavoro – quartiere – scuola – svago – ecc., deve mantenersi alta perché se abbiamo a cuore il benessere della comunità dobbiamo farci carico, con le dovute modalità utilizzando al meglio quanto il territorio offre, di quelle situazioni che potrebbero diventare complesse.
Credo che ci sia ancora tanto da lavorare, ma non dobbiamo perderci d’animo, mantenendo sempre alto l’obiettivo che è quello di offrire a chi si trova in situazioni di fragilità opportunità che siano visibili, fruibili, utili e ben organizzate.
Buon lavoro a tutti!
Roberto Zanoli