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Eccoci agli Auguri di Buon Natale e di Buone Feste da Eortè!


Già questa è una bella notizia: scambiarsi gli auguri è un bellissimo segno di vicinanza e gioia.
Eortè continua con umiltà ma altrettanta perseveranza a concretizzare i propri progetti, sempre improntati alla solidarietà, alle relazioni e al “non lasciare indietro nessuno”.
Meglio dire i “nostri” progetti: nessuno di essi è realizzabile senza il sostegno dei soci e dei nostri sostenitori.
Natale, sia dal punto di vista del calendario civile che liturgico, significafermarsi un attimo, guardarsi indietro per subito pensare al domani, al nuovoche verrà. Il nuovo per essere tale deve essere diverso e auspicabilmente migliore rispetto al vecchio, a ciò che ha segnato la storia di ieri.
Non fare questo significa farsi degli auguri vuoti, scrivere la letterina nella quale promettiamo che saremo più buoni.
Siamo una Cooperativa Sociale che opera nel proprio territorio, al suo servizio, cercando di renderlo coeso, solidale, …umano! Per noi è un quotidiano dovere guardare al passato, all’oggi per poi pensare al futuro.
È indispensabile per essere parte attiva del territorio e della vita delle persone che lo abitano.

Ci aiutiamo con due immagini; mille altre potevano essere scelte richiamando altrettante situazioni e problematiche.

 

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Aeroporto Kabul DefencOne 1

 

Entrambe sono relative a eventi forti, difficili da affrontare. Ci ricordano indiscutibilmente che la realtà è complessa, che un evento non può essere letto solo in chiave locale. Le sue radici spesso sono lontane e inserite nelle interconnessioni sempre più forti e ineludibili della globalizzazione.
Migliaia di persone fuggono da guerre, dittature, crisi climatiche e ambientali alla ricerca di una vita migliore; le donne possono divenire vittime o persone di seconda categoria, se non addirittura una merce, in tutte le parti del mondo. In ogni realtà e situazione, la problematica assume peculiarità e caratteristiche proprie (l’esperienza del “Glicine” ce lo dice a chiare lettere).

La complessità della realtà è il punto di partenza per qualsiasi analisi: si tratta di un problema non solo operativo. "Sentirsi impotenti", "inutili a far fronte a…", "far finta che i problemi non ci siano, perché tanto non sappiamo cosa farci", sono atteggiamenti che appartengono, che ci piaccia o no, a ognuno di noi. Chiuderci in noi stessi diventa l’immediata conseguenza di tutto ciò: ignorare un problema fino a quando non mi tocca, illudersi di vivere in una “bolla felice” data dal proprio benessere. 
La nostra storia recente ci dice che questo atteggiamento può non essere pagante, può non essere la giusta strategia. Quanti ebrei italiani hanno scoperto di esserlo nel momento in cui sono state promulgate le leggi razziali: l’illusione che qui non sarebbe successo era ben viva!

Quale antidoto alla rassegnazione? 
L’umiltà di chiedere aiuto agli altri
 non solo nel momento della necessità, ma quotidianamente. Aiuto a guardarci in faccia, ricordandoci della nostra umanità. 
In Africa esiste un concetto noto come Ubuntu, il senso profondo dell'essere umani solo attraverso l'umanità degli altri. Come diceva Nelson Mandela "se concluderemo qualcosa al mondo sarà grazie al lavoro e alla realizzazione degli altri”. Ubuntu: io sono perché tu sei!
Se vogliamo dirla in termini a noi più usuali, «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10,27). Il “prossimo” non è solo colui a cui dare aiuto, ma che è qualcuno da amare come noi stessi: siamo chiamati ad amarne l’umanità. 
Questo ci lega a un destino indissolubile con l’altro: la mia umanità deriva dall’affermazione dell’umanità dell’altro. Se l’altro non può vivere umanamente, anche la mia umanità viene lesa, limitata; non posso vivere sperando che i problemi altrui non mi toccheranno mai, perché questo avviene ed avverrà!

Cosa augurarci?  Di continuare ad avere presente l’“I care” di Don Milani.  
Mi interessi. L’esatto contrario del “me ne frego” o del più attuale “prima gli italiani”, “prima gli americani” …” prima io”.
Quindi, in buona sostanza, auguriamo a tutti di riuscire ad essere una comunità di persone adulte, che si aiutano ad abbandonare l’infantile e illusorio credersi centro del mondo.  

 

Buone Feste e auguri per un sereno 2022!

 

dal CDA e da tutta la Cooperativa Eortè!

Buone Feste Eortè

 

 

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Sede operativa: Via Monterotondo, 16 - Carpi

Tel. 3517811125 - eorte@eorte.it

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