Unione Non Spreca è un progetto del territorio delle Terre d’Argine con l’obiettivo di creare una rete per le famiglie in transitoria difficoltà economica.
Le iniziative comunali contro lo spreco alimentare si evolvono nel progetto triennale “Unione non spreca”, consentendo di fornire ai beneficiari una serie di beni e servizi messi a disposizione dai soggetti partecipanti.
Gestori del progetto sono le cooperative sociali “Il mantello” di Carpi ed “Eortè” di Soliera (capofila, con il social market “Il Pane e le Rose”), le associazioni “Quinta Zona” di Novi e “Porta aperta” di Carpi (con la bottega solidale “Cibùm”), e il circolo Anspi “Sassola” di Campogalliano.
Abbiamo intervistato il presidente dell’Associazione “Quinta Zona” di Novi, Giorgio Carrubba, per poter fare un focus e comprendere le varie realtà che coesistono e collaborano all’interno di questa rete.
Questa Associazione è nata nel 2008 quando le Caritas della Quinta Zona hanno iniziato a fare rete ed ognuno lavorare autonomamente. “Per noi - dice Carrubba - fare rete significa condividere con altre associazioni la nostra azione e trovare sinergie necessarie all’ampliamento del servizio che offriamo alla comunità del territorio”.
Il “fare rete” deve però essere attuato concretamente stringendo legami e accordi sul territorio di interesse, necessarie le sinergie con le associazioni che si occupano del sociale. “Per noi - prosegue Carrubba - è significato legarci ad AUSER di Novi di Modena, Caritas Solo, Caritas di Rovereto s/s e San Antonio in Mercadello. Ora, aprendoci alla collaborazione con associazioni di Carpi, abbiamo legato il nostro lavoro con quelle associazioni che operano sull’Unione delle Terre d’Argine”.
La Ass. Quinta Zona di Novi, concretamente, è coinvolta all’interno del progetto nel trovare nuove risorse sul territorio di Novi da mettere in comunione nel progetto dell’Emporio. “Per certi versi, viviamo a margine di un territorio - afferma Carrubba - e questo progetto spero ci permetterà di aumentare risorse e possibilità da offrire ai nostri assistiti”.
La gestazione del progetto è stata lunga ed impegnativa, ed ha permesso un confronto su temi vitali e su snodi collaborativi interessanti. La partenza del progetto triennale ha avuto un riscontro positivo: “Credo - conclude Carrubba - che un passo alla volta riusciremo a comprendere meglio cosa ogni associazione potrà avere. Credo che da questo mese (settembre) potremo avere già ottimi riscontri”.