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Unione Non Spreca è un progetto del territorio delle Terre d’Argine con l’obiettivo di creare una rete per le famiglie in transitoria difficoltà economica

Le iniziative comunali contro lo spreco alimentare si evolvono nel progetto triennale “Unione Non Spreca”, consentendo di fornire ai beneficiari una serie di beni e servizi messi a disposizione dai soggetti partecipanti. 

Gestori del progetto sono le cooperative sociali “Il mantello” di Carpi ed “Eortè” di Soliera (capofila, con il social marketIl Pane e le Rose”), le associazioni “Quinta Zona” di Novi e “Porta aperta” di Carpi (con la bottega solidaleCibùm”), e il circolo Anspi Sassola” di Campogalliano.

 

Abbiamo intervistato Paola Ferrari, volontaria della Caritas di Campogalliano, per comprendere meglio il ruolo del Circolo Anspi di Campogalliano all’interno del progetto Unione Non Spreca. 

“Il concetto di rete viene qui sentito come ‘collaborazione’ - dice Paola Ferrari - ovvero creare un meccanismo in cui le varie realtà partecipanti si compensano a vicenda, arrivando una dove non arriva l’altra”. La Caritas di Campogalliano è infatti all’interno del progetto Unione Non Spreca anche con la finalità di rimettere in circolo i prodotti prossimi alla scadenza presso i propri utenti, ovvero le famiglie assistite. 

Tutti quei prodotti definiti “scarto” dalla GDO grazie all’Unione Non Spreca trovano una seconda rete di distribuzione e finiscono per diventare grande ricchezza per chi è in difficoltà economica. I difetti (piccola ammaccatura, pezzatura di frutta e verdura, etc.) che non fanno rientrare nello standard decretato dalla GDO determinati prodotti, vengono qui considerati come pregio poiché senza di essi non esisterebbe una seconda distribuzione solidale. 

Il concetto di rete viene così attuato all’interno dei comuni delle Terre d’Argine, in particolare modo con il Social Market il Pane e le Rose c’è una stretta collaborazione riguardo allo scambio di prodotti nel caso di eccedenze. Un ulteriore meccanismo interno per evitare ulteriormente lo spreco di questi alimenti come, ad esempio, può succedere che una realtà si ritrovi con molti prodotti freschi prossimi alla scadenza e si decide così di darne una parte all’altra associazione che fa distribuzione. “Questa è la vera collaborazione - continua Paola - un meccanismo già attuato dalla Caritas durante il periodo di pandemia con le altre diocesi del territorio. Su una chat si poteva chiedere aiuto per il reperimento di alcuni prodotti da realtà che ne avevano e viceversa; cosa che succede anche adesso ma con i comuni”.

La Caritas parrocchiale fa parte del terzo settore in quanto appartenente all’oratorio che, a sua volta, è iscritto all’Anspi. “Per questo è stato possibile accedere al progetto Unione Non Spreca - spiega Paola - e ricevere i contributi. Noi siamo coinvolti per la distribuzione della ‘borsa alimentare’ per la quale collaboriamo con i servizi sociali”. Con i servizi sociali c’è una collaborazione per la segnalazione delle persone o gruppi di persone in difficoltà economica. 

Essendo associati anche al Banco Alimentare le famiglie utenti devono rientrare in determinati tetti (es. una certa soglia ISEE), ma la Caritas in autonomia può decidere di aiutare del famiglie che non vi rientrano ma che sono comunque bisognose donando loro altri prodotti. 

“Nel corso degli anni c’è sempre stata dunque una collaborazione tra comune e Caritas - dice Paola - ma adesso, grazie all’Unione Non Spreca, siamo entrati a far parte della grande famiglia dell’Unione delle Terre d’Argine”.

Secondo Paola Ferrari il progetto è partito molto bene e conclude “grazie alla prima tranche di aiuti siamo riusciti ad incrementare gli acquisti dove il Banco Alimentare non arriva. Inoltre si sente forte la volontà di fare rete tra noi e le altre realtà… siamo solo all’inizio e dobbiamo ancora renderci conto dell’enorme potenzialità del progetto”. 

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