Il progetto “Orto Condiviso” prevede una circolarità che coinvolge più realtà sul territorio, mette in moto un circuito solidale e promuove un’agricoltura biologica sostenibile a tutela dell’ambiente e della biodiversità. L’obiettivo è di proporre frutta e verdura di stagione di qualità alle famiglie del social market di Soliera “Il Pane e le Rose”.
Presso le aziende biologiche S. Antonio Abate di Soliera dell'agronomo Dott. Davide Casarini e l’Azienda Salami di Carpi di Riccardo Salami si svolge il macro progetto di ‘agricoltura sociale’ che coinvolge vari percorsi: dai progetti per minori in collaborazione alle scuole, all’impiego di persone di categorie fragili.
Orto Condiviso è l’esempio di una comunità che si prende cura della comunità, le persone impegnate in questo progetto mettono a disposizione tempo, capacità, fatiche con il fine di aiutare le famiglie in difficoltà che si rivolgono al social market. Sotto supervisione infatti collaborano nella coltivazione degli ortaggi per il social market mettendo così in moto una circolarità pulita e giusta che dona giovamento su più fronti.
Reperire frutta e verdura fresche di qualità risulta alle volte difficoltoso per il social market e questo progetto è pensato proprio per un auto sostentamento, riuscendo così a garantire alle famiglie utenti prodotti freschi e di qualità.
Ortaggi di stagione biologici certificati e una produzione sostenibile per il nostro ecosistema che guarda alla cura della terra e delle persone, offrendo qualità sotto tutti gli aspetti.
Il raccolto più recente è di lattuga e nell’arco di due settimane saranno disponibili le zucchine. A metà maggio è previsto il trapianto delle cipolle con i ragazzi del progetto “Una rete per la scuola”, e così si arriverà a regime con tutti i prodotti trapiantati e bisogna solo aspettare che crescano per poi raccoglierli.
L’obiettivo per il futuro è di ampliare e potenziare ulteriormente il progetto aumentando le produzioni di frutta e verdura destinate alla rete di distribuzione dell’Unione Non Spreca, coinvolgendo più realtà agricole biologiche del territorio. Al contempo si creano e aumentano anche le opportunità lavorative all’interno del processo produttivo per categorie di persone fragili.