Il progetto partito nel 2022 per aiutare famiglie in difficoltà economica grazie al recupero di beni di prima necessità, contribuendo al contempo all’azione di anti spreco alimentare, ha raccolto nello scorso 2023 ben 100 tonnellate di cibo. Sono 327 le famiglie sostenute per un totale di mille persone, 90 volontari in azione nei quattro Comuni dell’Unione delle Terre d’Argine dove si dislocano i cinque partner del progetto, 13mila ore di volontariato, numerosi donatori fra grande distribuzione, aziende agricole del territorio e attività commerciali che donano prestazioni.
“Unione Non Spreca” vede Eortè Cooperativa Sociale di Soliera come capofila, e Porta Aperta Carpi (tramite la bottega solidale Cibùm) attivi su Carpi, Quinta Zona per Novi di Modena e il Circolo Anspi La Sassola per Campogalliano e la Cooperativa Sociale Il Mantello. Fondamentale è il coordinamento con i Servizi Sociali dell’Unione che permettono la presa in carico delle persone in difficoltà indirizzandole alle varie realtà.
Una rete coesa tra realtà del Terzo Settore, risorse del territorio, istituzioni e cittadinanza attiva che, stringendo le maglie, riesce a supportare anche quei singoli casi che rischiano di rimanere isolati.
“La rete è fondamentale - dice Valentina Pepe direttrice Eortè - dal 2022 ci siamo molto impegnati e, ogni anno, abbiamo fatto sempre di più per allargarla. Viene dato un sostegno a 360 gradi alle famiglie che sono aiutate in vari aspetti, come percorsi educanti o supporto e consulenza di vario genere”. Oltre ai beni di prima necessità le famiglie hanno accesso anche a sportelli informativi pensati per contrastare l’analfabetismo digitale e, grazie al Progetto Servizi, beni non essenziali che sono però fondamentali per la gestione domestica della casa e la cura della persona (parrucchieri, pizzerie, gommisti, cinema, e tanto altro) finendo spesso per essere tagliati nel caso di difficoltà economica.
Una grande opera di tutoraggio della sfera relazionale che contrasta, appunto, l’isolamento che non permette l’aiuto, è necessario tenere i casi “dentro la rete”. Questo a sottolineare l’obiettivo di supporto a tutto tondo che il progetto si è prefissato e che ha concretamente raggiunto. Gli utenti ricevono un supporto che va oltre il reperimento di beni di prima necessità, recuperando dunque anche aspetti relazionali che aiutano a combattere la marginalizzazione implicita nella fragilità economica. Un esempio concreto è la possibilità di fruire dell’esperienza della spesa presso il social market di Soliera Il Pane e le Rose o la bottega solidale Cibùm di Carpi, qui le persone scelgono i prodotti, scambiano due chiacchiere con i volontari o altri utenti consigliandosi ricette e altro, qui le persone esperiscono di un momento fondamentale della vita umana.
Famiglie straniere ma anche italiane “oltretutto in aumento - dice Riccardo Salami di Eortè - insieme alle criticità sociali e che faticano a sostenere le spese della gestione della vita quotidiana”.
Un’azione “particolarmente virtuosa - come la definisce Ramona Vai responsabile Servizi Sociali dell’Unione - perché stiamo parlando di azioni concrete, di persone, di ore, di vita vera. L’impegno è sostanzioso anche da parte dell’Unione che economicamente elargisce 118mila euro che vanno principalmente in rimborsi spese per il Terzo Settore (benzina, assicurazioni, utenze, etc.)”. Precisando, però, che le persone prese in carico non ricevono denaro ma punti che servono per portare a casa i servizi e “grazie a questi aiuti - conclude Ramona Vai - andiamo a soddisfare ben il 60 per cento del fabbisogno di una famiglia”.