Venerdì 27 maggio l’Associazione Porta Aperta di Carpi ha coronato la realizzazione di un grande progetto che vede varie realtà (tra le quali la cooperativa Eortè) creare rete.
Cibùm è a tutti gli effetti un progetto di comunità che si basa sul concetto di “unione”, dalla piccola alla grande distribuzione, passando per il cittadino e donatori, per arrivare a dare aiuto, entro la prossima primavera, a 150 nuclei famigliari in difficoltà economica.
Nella collaborazione nata tra l’Associazione Porta Aperta Carpi e Eortè è stato coinvolto Lorenzo Malagoli, 31 anni di Soliera, per occuparsi della gestione della Bottega Solidale.
Lorenzo ha una formazione tecnica maturata all’istituto superiore di Modena E. Fermi e un’esperienza lavorativa in una piccola azienda del territorio. Da bambino è cresciuto ed è stato plasmato dagli anni passati con gli Scout, in cui ha imparato il valore della condivisione e dell’aiuto dell’altro. Poi, come dice lui, “una serie azzeccata di scelte” l’ha portato in missione per alcuni anni in Madagascar, evento questo che è stato fondamentale per determinare la persona che è oggi.
Leggendo le sue parole: “Un vecchio gruppo musicale italiano amava dire - non a Berlino ma a Carpi - credo che il significato sia che le cose possono succedere anche vicino a noi e non per forza in un’isola dall’altra parte del mondo. Quindi quando Roberto Zanoli, direttore Eortè, mi ha proposto di lavorare con Eortè, ho intravisto nella cooperativa sociale la possibilità di ritrovare un po’ di quei valori e di quel modo di stare e fare tipici di situazioni in cui la parola d’ordine è aiutare e la volontà di attuare l’aiuto è viva e vera. Qui ho trovato con piacere qualcosa che mi riportasse le sensazioni provate in missione e l’occasione di stare bene, sotto il punto di vista di realizzazione etica del lavoro, anche in Italia.”
Così è iniziata la collaborazione di Lorenzo da uomo Eortè al Cibùm, progetto in collaborazione con Porta Aperta di Carpi e altre associazioni, “l’idea dell’emporio mi è piaciuta sin da subito, perché permette di aiutare le persone in modo tangibile attraverso la distribuzione di beni primari senza tralasciare però il senso di dignità che deriva dalla libertà di poter scegliere e prendere ciò di cui si ha bisogno facendo la spesa.
Cibùm vuole fare rete ed è inevitabilmente coinvolto nel progetto “L’Unione non Spreca”, che unisce il recupero dei beni primari, evitando dunque lo spreco alimentare, alla possibilità di aiutare le famiglie in difficoltà economica. Alla base di tutto questo c’è il concetto di rete che vede unite sullo stesso fronte diverse realtà del territorio e lo scambio attivo tra i vari soggetti che lottano per il contrasto allo spreco e arginando la povertà; il social market vede dunque molteplici forze agire per un fine unico, tra le quali il vero motore dato dal capitale umano dei volontari che prestano il loro tempo e le loro energie in questa realtà.
L’inaugurazione del 27 maggio ha segnato la chiusura di un primo speciale capitolo, ha visto quello che era un piccolo ex laboratorio tessile trasformarsi in una accogliente bottega solidale. Per Lorenzo è stato bello conoscere in quei mesi le persone che sono parte integrante del progetto (volontari e colleghi), e che hanno allestito da zero il nuovo emporio. Nella prima settimana con le iniziali vere aperture è partita la fase nuova “pratica” del progetto, il momento in cui bisogna agire affinché le prime 30 famiglie trovino sempre l’adeguata accoglienza. E così è stato, una grande apertura e una grande gioia che fa gridare a gran voce “insieme possiamo farcela!”.