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Un anno di progettazione per il Laboratorio Gastronomico Sant’Anna, il progetto lancio è partito il 16 ottobre presso la Casa Circondariale Sant’Anna di Modena per un primo nucleo di quattro detenuti. Un laboratorio di produzione di pasta fresca coordinata dallo Chef Rino Duca de “Il grano di pepe”, noto ristorante sito a Ravarino (MO). 

L’obiettivo è dare la possibilità di riscatto a chi vive una situazione di detenzione e, impegnandosi, desidera cambiare vita. Abbiamo così deciso di creare un’opportunità formativa interna al carcere e spendibile sul territorio; vorremmo che la produzione di pasta fresca tipica diventasse una vera e propria attività commerciale, dando così opportunità di lavoro remunerato a persone in regime di detenzione. 

Il beneficio che la formazione può portare all’interno di ambienti marginali è incredibile e trasforma i tempi anonimi della detenzione in competenza lavorativa, crescita personale e autostima; spendibili anche all’interno di un luogo complesso come quello del carcere. 

Per l’occasione di fine laboratorio, martedì 7 novembre, abbiamo allestito un rinfresco nella cucina del carcere dove si sono svolte le lezioni. 

Hanno partecipato varie rappresentanze tra carcere, Comune di Modena e primi finanziatori. 

In particolare modo ringraziamo: 

Gianpietro Cavazza, Vicesindaco di Modena, 

Roberta Pinelli, Assessora alle Politiche sociali, Accoglienza e integrazione e Agenzia casa

Matteo Tiezzi, Presidente Fondazione di Modena, 

Silvia Gazzotti, BPER Banca, 

Avv. Cristina Muzzioli, Vicepresidente Coop. Sociale Eortè, 

Valentina Pepe, Direttore generale Coop. Sociale Eortè, 

Orazio Sorrentini, Direttore Casa Circondariale Sant’Anna, 

Comandante Mauro Pellegrino, Dirigente aggiunto Casa Circondariale Sant’Anna, 

Nicoletta Saporito, Assistente Sociale della Casa Circondariale Sant’Anna, 

Federico Valenzano, Vicedirettore Caritas Diocesana di Modena, 

erano inoltre presenti altre autorità del Carcere. 

L’esperienza è stata significativa per i presenti che, in altro modo, difficilmente non avrebbero mai avuto la possibilità di accesso agli ambienti del carcere e grazie all’occasione hanno anche ammirato la squadra all’opera. 

Lo Chef e quattro corsisti hanno infatti preparato il tris di primi (tortellini in crema di Parmigiano Reggiano, tortelloni di zucca e tortelloni di ricotta e spinaci) nella cucina a vista; lì ospiti e polizia carceraria hanno potuto scambiare chiacchiere con i corsisti chiedendo delucidazioni su metodi di preparazione, ingredienti e segreti di cucina. 

Con questo progetto vorremmo portare l’attenzione all’interno di un ambiente che troppo spesso viene allontanato dai pensieri collettivi, nella convinzione che è possibile riacquistare dignità attraverso il lavoro e cambiare vita. Per riuscire nell’impresa è però fondamentale che ci sia una certa attenzione e sensibilità verso la tematica proposta, e possiamo confermare che il progetto lanciato ha dato molta soddisfazione e feedback positivi, lasciandoci buoni presupposti per proseguire.

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